Donne più belle, una minor pressione esercitata sull’ambiente a causa del calo delle nascite. Insomma, per una volta non tutti i mali dell’inquinamento vengono per nuocere…
La notizia arriva da Ginevra: il petto delle donne è sempre più prosperoso, alcuni pesci sono effeminati e la fertilità maschile è in calo; il tutto sarebbe legato a doppio filo all’aumento della presenza di sostanze inquinanti nell’acqua. I ricercatori svizzeri che hanno lanciato l’allarme attribuiscono infatti il fenomeno alla accresciuta presenza di ormoni femminili nell’ambiente.
Questa provocazione, l’arrivare a dire che l’inquinamento in fondo non fa poi così male, è una naturale conseguenza della discrasia che passa tra i numerosi studi che evidenziano un sempre più stretto legame tra l’inquinamento e la salute e la realtà delle politiche messe in campo per tutelare i cittadini e l’ambiente. Come dire: sembra che nessuno prenda sul serio allarmi lanciati da autorevoli scienziati ed istituti di ricerca. Forse dovremmo cominciare a farlo anche noi…
Ironia a parte vogliamo rilanciare la necessità di arrivare ad un controllo globale degli inquinanti: servono politiche radicalmente nuove per evitare un “tracollo” ambientale. Nel lungo termine è infatti possibile, soprattutto a causa delle emissioni inquinanti e dell’aumento dei gas di serra, un aumento delle patologie attraverso meccanismi indiretti, quali l’alterazione nella trasmissione di malattie infettive, la riduzione della produzione agricola a livello regionale e l’acuirsi di alcuni tipi di inquinamento atmosferico.
Inoltre altri effetti potrebbero verificarsi in relazione alle ondate migratorie e all’acuirsi di problemi di natura socioeconomica dovuti all’aumento del livello , ad eventi climatici estremi (alluvioni, siccità, ecc.) o alla ridotta disponibilità di risorse naturali (acqua e cibo).
Mentre altri effetti indiretti sulla salute potrebbero essere causati dalla desertificazione e dall’innalzamento del livello dei mari (stimato fra 0,2 e 1 metro nel corso del prossimo secolo) con tutto quello che in termini di penuria di cibo, acqua e altre risorse naturali che questo comporterebbe.
Già oggi comunque ci sono allarmi inascoltati relativi all’inquinamento del Pianeta. Non ultimo quello dell’Oms. L’Organizzazione Mondiale della Sanità avverte che il rischio di contrarre la malaria potrebbe in futuro interessare 6 persone su 10; nei prossimi 3-4 decenni si potrebbero verificare annualmente 250 mila nuovi casi di cancro della pelle; potrebbero esplodere nuove epidemie di malattie infettive, prima fra tutte il colera. Insomma, forse è il caso di dire che l’immobilismo delle strategie in campo ambientale è davvero nocivo quanto l’inquinamento.
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