Il cantiere per il rilancio dello sviluppo e dell’occupazione deve avere solide fondamenta in programmi ambientali e territoriali che riguardano questioni fondamentali come rifiuti, risorse idriche, sicurezza e difesa del suolo, quartiere degradati e centri storici, aree protette, energie rinnovabili, programmi Emas, risanamento di mare e coste. Non ci può essere uno sviluppo moderno e duraturo se il Paese non punta sul suo vero valore aggiunto: quello straordinario intreccio di storia, arte, natura e cultura che rende l’Italia unica al mondo.
Legambiente e Cgil, Cisl e Uil hanno insieme avanzato la proposta di destinare una quota consistente delle risorse disponibili (30mila miliardi) direttamente a programmi ambientali e territoriali, sottolineando comunque che tutti i progetti dovranno tener conto o esser realizzati facendo sì che sia centrale la valorizzazione delle risorse naturali, ambientali, umane, storiche e culturali, il miglioramento della qualità della vita nelle città, l’ampliamento dell’offerta di servizi e infrastrutture ai cittadini e alle imprese.
Legambiente ribadisce che i parchi svolgono il ruolo di veri e propri nodi di una rete di spazi naturali terrestri e marini che attraversa e disegna il territorio nazionale. Un sistema infrastrutturale ambientale ad altissima densità di diversità naturale e culturale, di tipicità manifatturiera e agroalimentare, di identità locali, di presidi territoriali di specifiche modalità insediative, in grado di competere, misurarsi e condizionare i sistemi infrastrutturali tradizionali (trasporti, energia, comunicazione).
Per realizzare questo nuovo sistema infrastrutturale è necessaria un’alta capacità di coordinamento, di orientamento e di promozione da parte del Ministero dell’ambiente, che può nascere solo da un’intensa e continuativa azione di concertazione istituzionale con le altre amministrazioni centrali e in particolare con il Tesoro, il Bilancio e la Programmazione Economica).
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