Una volta guardend vers tramuntana,
d’in s’i pont o da j’erzan us avdeva
e’ cupulon d’la cisa che spunteva
tra una gran macia d’elbar da luntan
l’era e’ bosch de Marches, l’era Fusgnan..
Come questi versi documentano, il Bosco di Fusignano, quello storico distrutto definitivamente dopo la fine della seconda guerra mondiale, è ben presente nella memoria dei cittadini Fusignanesi. Questi, soprattutto i più anziani o coloro che si interessano delle vicende antiche del loro territorio, lo ricordano per motivi diversi. Chi lo associa alla presenza dei Marchesi Calcagnini d’Este che con il loro palazzo e l’annesso Giardino contribuivano a caratterizzare in maniera apprezzabile la cittadina stessa. Non a caso, sia l’edificio che diversi scorci del Parco – Giardino venivano citati con orgoglio e ricorrevano in numerose cartoline; qualcuna delle quali ancora reperibili nelle raccolte più accurate. C’è anche chi lo ricorda perché durante il periodo bellico il legname fornito dai suoi alberi costituiva una fonte di sopravvivenza e di sostentamento.
Per queste ragioni Legambiente Emilia Romagna (con l’ausilio del WWF di Ravenna e dello studio di architettura Arc Lab di Ravenna), nel quadro della sua iniziativa tesa ad esaltare i valori culturali, e l’Amministrazione Comunale (guidata dai ricordi e dall’amore della sua gente verso questo pezzetto di storia del paese) hanno unito le loro forze nel progetto di ricostituzione di un bosco nel territorio di Fusignano.
Una delle finalità principali del progetto è recuperare il concetto dello Storico Bosco di Fusignano, arricchendolo però delle possibilità di stimolare l’instaurarsi nell’area scelta delle caratteristiche ecologiche tipiche dei boschi planiziali mesofili un tempo diffusi sulla Pianura Padana e che sono oggi in forte rarefazione per numero e superficie a causa dello sfruttamento massiccio del territorio. L’area su cui sorgeva il bosco storico ha conosciuto il periodo di massimo splendore nell’ottocento quando il paesaggio era fortemente modellato dagli esperti giardinieri della tenuta del Marchesi Calcagnini d’Este. L’aspetto della stessa zona è fortemente mutato: durante la seconda guerra mondiale è stato infatti completamente abbattuto per utilizzarne il legno e, nel primo dopoguerra, per lasciare il posto ad un’area di edilizia popolare.
Attualmente sono ancora presenti nel centro abitato di Fusignano alcuni esemplari arborei e arbustivi facenti parte dell’antico bosco che si vorrebbero utilizzare tramite seme o talea per creare all’interno del Nuovo Bosco un’area dedicata al ricordo del passato.
Gli esemplari arborei o arbustivi a cui si è appena accennato appartengono a specie autoctone o ormai considerate naturalizzate poiché presenti sul territorio da tempi storici. In ogni caso per le specie non propriamente autoctone se ne prevede una limitazione in spazi ristretti per evitarne una diffusione non giustificata e controllata.
I progettisti sono comunque partiti dall’idea di ricostituire un’area boschiva non tanto dal punto di vista estetico paesaggistico legato alla riproposizione di un parco-giardino (peraltro di grande valore socio-culturale), ma soprattutto da quello ecologico e di tutela ambientale affinchè un’area abitualmente destinata ad agricoltura intensiva venga sottoposta a tutela ambientale efficace.
Il progetto punta ad un miglioramento degli equilibri ambientali all’interno del territorio del Comune di Fusignano attraverso la ricostruzione di ambienti naturali di pregio e qualità.
La forza della ricostruzione del bosco, oltre che nella testimonianza storica, risiede nella ricerca della continuità di habitat e delle strutture già presenti sul territorio che, attraverso le idee avanzate per delineare un piano d’area più vasto e articolato, riguardano l’area a nord dell’abitato di Fusignano (quella che fiancheggia il Canale dei Molini dalla zona industriale alla Vecchia Fornace). In questo piano ideato dai tecnici ed esperti che Legambiente ha attivato, vengono messi in rete e legati fra di loro elementi di valore naturalistico e anche produttivo, in parte già presenti, per realizzare una riqualificazione ambientale, paesaggistica e faunistica del territorio andando ad aumentare, nei limiti della consistenza dell’intervento proposto, la sempre più esigua porzione di territorio della pianura romagnola ricoperta dal tipico bosco planiziale mesofilo. Si verrà a creare così un collegamento funzionale con le emergenze naturali locali, attualmente frazionate e un po’ disperse quali il Canale dei Molini (a ridosso dell’area interessata dal progetto), le Buche Gallamini (in piena area industriale), la zona umida (cave della Fornace fra Maiano e Fusignano, già compresa nel Piano Paesistico Regionale).
Il bosco di latifoglie che si andrà a realizzare (un querceto misto con prevalenza di farnia) non avrà copertura compatta ma sarà caratterizzato anche da zone cespugliose e arbustive, da radure e spazi aperti indispensabili per ottenere una migliore differenziazione ecologica e paesaggistica incrementando l’indice di naturalità.
La proposta è quella di costruire un’area di riequilibrio ecologico in un’area – per il momento – ancora molto limitata. In attesa di poter allargare il progetto a tutto il territorio destinato ai parchi periurbani (delimitato grosso modo dalla Via Romana, da Via S. Barbara, e dalla zona delle cave della vecchia fornace e cave), l’intervento interesserà il territorio di proprietà comunale (un’area di 12.000 metri quadri) ricadente sul lato sud – ovest dell’abitato di Fusignano e precisamente tra questo e la zona industriale, ora delimitata a nord dalla Strada Provinciale. L’intervento collocato a ridosso dell’Asilo Nido Comunale fa parte di un’area più vasta destinata dal recente Piano Regolatore Generale a Parco Periurbano del Bosco con una scelta urbanistica di notevole interesse per l’ambiente e la qualità della vita di tutti gli abitanti di un comprensorio ben più vasto di quello considerato urbano in senso stretto.
La funzione di filtrante degli inquinanti e delle polveri industriali prodotti dal polo produttivo presente ai margini del territorio urbano di Fusignano è senz’altro tra le principali azioni attribuibili all’intervento per la ricaduta, espressa in termini di vivibilità e di miglioramento della qualità della vita, sulla popolazione locale.
La regolamentazione del rapporto ossigeno/anidride carbonica, la capacità di assorbimento e filtrazione degli inquinanti gassosi e dei particolati, la capacità elevata dei tigli, ma anche di altre specie, di assorbire ad esempio il piombo, la riduzione dell’inquinamento acustico, sono tutti argomenti che danno una grande forza al progetto teso a rifare un bosco a Fusignano.
Il progetto prevede la messa a dimora di 1200 alberi e 2300 arbusti. Si può prevedere facilmente un aumento considerevole della presenza di fauna selvatica come sempre accade in casi simili, con un notevole miglioramento della biodiversità.
Il progetto del bosco è stato realizzato da un gruppo di lavoro coordinato da Legambiente Emilia Romagna sulla base di una convenzione con il Comune di Fusignano, in base ai criteri definiti dalla legge regionale per le associazioni di volontariato.
Ha coordinato la Dott. Irene Montanari – Biologa – Responsabile Settore Parchi e aree protette di Legambiente Emilia Romagna. Hanno partecipato i Dott. Giorgio Lazzari e Nicola Merloni del WWF Italia – Sezione di Ravenna e gli Arch. Aida Morelli e Gianfranco Casadei dello Studio Arc. Lab. (Studio Associato di Architettura di Ravenna).
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