L’impegno di Legambiente per l’abbattimento del mostro di Fuenti, come tutti ormai sanno, ha portato ad un successo importante, manca però un tassello: la piena riqualificazione e valorizzazione ambientale e paesaggistica della zona dove sorgeva il mega albergo abusivo. A questo proposito non è un mistero che la famiglia Mazzitelli, proprietaria dell’area, abbia intenzione di riqualificare quel tratto di costiera con un anfiteatro da 3.000 posti (per avere un elemento di confronto si può pensare che l’auditorium che Renzo Piano sta realizzando a Roma ne ospita “appena” 2.500). Accanto a questo intervento ipotizza anche un parcheggio da 500 posti auto.
Non è certo questa la strada da percorrere, serve un intervento soft, leggero, che si inserisca armonicamente nel paesaggio, che abbia senz’altro valenze culturali e che non appesantisca il traffico della zona, già particolarmente denso soprattutto nel periodo estivo. Qualsiasi progetto dovrà comunque fare i conti con lo studio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali che si propone di valutare proprio l’impatto di nuove attività produttive sulla viabilità della Costiera Amalfitana.
Non smetteremo di vigilare sulle sorti dell’area dell’ex Fuenti e siamo lieti che il progetto non piaccia al Ministro dell’Ambiente Edo Ronchi.
“Siamo tendenzialmente contrari – ha detto Ronchi – a costruire questa struttura ad alto impatto. Il progetto, anche se è ancora tutto da verificare, non ci piace. E poi, prima di tutto, come prescrive la legge, bisogna procedere al ripristino ambientale dell’area”.
“Nell’area del Fuenti – ha spiegato Ronchi – bisogna prima di tutto procedere come prevede la norma contenuta nella legge sugli interventi ambientali che ha dato mandato al Ministero dell’Ambiente all’abbattimento: bisogna arrivare al ripristino ambientale, soprattutto la rinaturalizzazione, che deve essere verificato dal Ministero dell’Ambiente. Poi si potrà pensare ad una destinazione dell’area che però non può sopportare insediamenti pesanti come quello che si prospetta”.
Ronchi ha inoltre ricordato che tutta la zona è vincolata e se si dovesse arrivare a costruire qualcosa di poco compatibile con l’ambiente, il Ministro dell’Ambiente può sempre intervenire per dire la sua e per arrestare il danno ambientale.
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