Goletta Verde ’99

Il 15 Agosto si è conclusa la 14a edizione della storica campagna di Legambiente dedicata alla protezione del mare e alla salute dei bagnanti.

In quattordici anni di attività sono stati analizzati oltre 5.000 campioni d’acqua di mare in più di 100.000 chilometri di navigazione attorno allo stivale e con quasi 500 tappe nelle principali località balnerari. Numeri consistenti che fanno di Goletta Verde una delle più importanti campagne ambientaliste itineranti in grado di informare in tempo reale chi vive nelle località di mare e chi ci va in ferie sui livelli di inquinamento delle acque di balneazione.

Goletta Verde ’99 aveva preso il via il primo Luglio da Miramare, con la “Catholica” e il “Vento dell’Alba”, e da Portofino con la “Pietro Micca”.

La “Catholica”, un bellissimo veliero di 23 metri, ha seguito la costa adriatica e ionica fino alla Sicilia, mentre il “Vento dell’Alba”, una veloce e agile barca a vela, dopo aver compiuto le tappe di Miramare, Chioggia, Cesenatico e Cattolica, ha continuato, nell’ambito del progetto “Goletta Verde dell’Adriatico”, a svolgere la sua attività di controllo e monitoraggio delle località emiliano-romagnole, sentinella dei mari con crociere a largo raggio e scuola di vela.

La “Pietro Micca”, la più antica nave commerciale italiana, si è invece occupata dei rilevamenti sulle coste del Tirreno. Costruita nel 1895, la nave è una sorta di museo galleggiante, un vero e proprio pezzo di storia della navigazione del nostro Paese, alimentato da potenti caldaie a vapore e da pannelli fotovoltaici per gli usi elettrici di bordo.

Il giudizio finale sulla qualità delle acque di balneazione è buono (anche grazie all’andamento climatico che non ha visto grossi apporti d’acqua dolce). Si è registrato qualche episodio di inquinamento, generalmente a seguito di piogge.

L’esito è invece desolante per quanto riguarda i fiumi: dai dati di Goletta Verde esce una nuova conferma della necessità di risanare i corsi d’acqua che si gettano in mare e in primo luogo il Po e i suoi affluenti che continuano a rappresentare il problema più grosso per la salute dell’Adriatico.

I buoni risultati delle acque marine registrati quest’anno non debbono però illudere nessuno: le ragioni principali (il carico agricolo, quello zootecnico, gli scarichi civili non depurati di grandi città come Milano), che hanno creato problemi negli anni scorsi, non sono ancora state rimosse.




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