Un servizio civile volontario e retribuito

Un servizio civile volontario, aperto anche alle donne, e con una paga vicina a quella dei volontari delle forze armate, quindi intorno al milione di lire al mese. Per evitare che con l’abolizione della leva scompaia anche il servizio civile, è questa la proposta dell’Arci, che pensa anche di preparare un disegno di legge da presentare in Parlamento. “Il governo aveva promesso più volte che, insieme alla riforma della leva, avrebbe pensato anche a riorganizzare il nostro settore – ha detto il presidente di Arci servizio civile, Licio Palazzinima questo impegno non è stato rispettato”.

Il governo ha intanto ribadito “l’impegno a favorire in tempi rapidi un ddl” in materia in una lettera indirizzata all’Arci dal ministro per la Solidarietà sociale, Livia Turco.

“Apprezziamo le parole del ministro – ha detto Palazzini – ma ci siamo scottati troppe volte con le promesse per accontentarci delle parole”.

Il servizio civile volontario dovrebbe prevedere una serie di incentivi in grado di attirare i ragazzi. “Per chi studia all’università – ha detto il presidente dell’Arci, Tom Benetollosi potrebbe pensare ai crediti formativi, cioè ad una serie agevolazioni nella carriera degli studi”.

Ma l’incentivo principale dovrebbe venire dai soldi. Oggi gli obiettori vengono pagati come i militari di leva: 5.792 lire al giorno.

“Senza la leva – ha detto Palazzini – chi sceglie il servizio civile dovrà avere un rimborso vicino a quello dei volontari militari”.

Tra i nodi da sciogliere, anche l’esaurimento dei fondi stanziati dallo Stato per pagare gli obiettori nel 1999. Un problema che ha già provocato lo slittamento delle partenze di settembre. “Bisogna far presto a stanziare gli 80 miliardi necessari, perché il problema è sempre più urgente. Solo l’Arci – ha detto Palazzini – ha nei confronti dei distretti militari un credito di 1 miliardo e 600 milioni di lire”.

A difendere il valore formativo del servizio civile, anche il direttore generale di Legambiente, Francesco Ferrante: “Gli obiettori che hanno lavorato con noi – ha detto – sono stati a lavorare in Umbria e Marche dopo il terremoto, a Sarno per spalare il fango e nei campi profughi allestiti in Albania. Tutte iniziative che allo Stato non sono costate una lira e che senza il servizio civile sarebbero difficilmente ripetibili”.



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