“Sulla vicenda bombe in Adriatico – ha dichiarato Sebastiano Venneri, responsabile mare di Legambiente – confusione e silenzi sembrano rimandare alle pagine buie della nostra storia. Meno di due mesi fa ci avevano assicurato che il tratto di Mar Adriatico infestato dalle bombe della Nato durante il conflitto in Kosovo era stato perfettamente bonificato. Nessun pericolo per i pescatori, nessun rischio per l’ecosistema marino. E ora? Il Governo ripropone addirittura il fermo pesca in quelle zone. Il Governo smentisce lo Stato Maggiore della Marina? Secondo un documento dell’Icram (Istituto Centrale per la Ricerca sul Mare), il 30-40% delle bombe a grappolo rinvenute durante le operazioni di bonifica era aperto e aveva quindi già rilasciato in mare le 202 bomblets contenute in ciascuna di esse”.
“Le perplessità sulla vicenda – ha concluso Venneri – sono aggravate dalla confusione sui siti di deposizione: secondo una cartina diffusa dalla Capitaneria di Porto di Molfetta, infatti, esistono ben 11 siti di probabile rilascio. Siti differenti da quelli segnalati sulla mappa diffusa dalla Nato”.
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