“I tesori d’arte italiani cadono in pezzi – ha dichiarato Ermete Realacci, Presidente Nazionale di Legambiente – perché si spende troppo poco per la manutenzione. Per quanto riguarda il secondo crollo che ha interessato la Cappella dei Principi, nel complesso delle Cappelle Medicee a Firenze, come per la Torre civica di Pavia, la Cattedrale di Noto, le Mura medievali di Viterbo, è scarsa la manutenzione, scarse sono le risorse che lo Stato destina a questi beni culturali, scarsa l’attenzione generale verso quel patrimonio artistico che rappresenta la maggiore ricchezza per il nostro paese”.
L’Italia destina alla cura del suo patrimonio appena lo 0,2% del bilancio statale, contro l’1% della Francia. Al Ministero per i Beni Culturali sono stati assegnati 3.774 miliardi, che servono per pagare le spese correnti e gli stipendi dei circa 25.000 dipendenti e mandare avanti l’intera macchina amministrativa. Tirando le somme resta quindi assai poco per la manutenzione se si considera che per difendere i nostri beni culturali soltanto dai danni dell’inquinamento atmosferico bisognerebbe prevedere una spesa di 1.300 miliardi all’anno. Quanto alla spesa italiana pro capite per la cultura, essa è ferma a 118.000 lire annue, contro le 248.000 della Francia e le 218.000 della Germania.
Categorie:News
Rispondi