Potrebbero avere vita difficile, nelle Marche, i cibi trangenici e i loro derivati, dopo che il Consiglio Regionale, primo in Italia, ha approvato all’unanimità una legge che ne vieta il consumo nelle mense scolastiche, negli ospedali e nei luoghi di cura.
L’assemblea marchigiana ha voluto anche lanciare un segnale culturale forte rispetto a un tipo di alimenti già ampiamente, ma per lo più inconsapevolmente, usato dai consumatori e lo ha fatto approvando un ordine del giorno contro il “rischio di una diffusione indiscriminata delle biotecnologie in agricoltura”, in grado di pregiudicare la varietà praticamente infinita delle produzioni tipiche mediterranee e italiane.
“Al governo – ha dichiarato il Consigliere Regionale Maria Assunta Brachetta, esponente di Legambiente e prima firmataria dell’ordine del giorno – chiediamo una moratoria della produzione e della commercializzazione di prodotti e derivati transgenici e l’obbligo, per i produttori, di indicare chiaramente sulle etichette l’eventuale presenza di modifiche genetiche”.
“Le forme di vita – ha aggiunto – non possono essere privatizzate e sono quindi necessarie norme rigorose sulla brevettabilità”.
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