Wto: umanizzare la globalizzazione

Una piattaforma comune sottoscritta da sindacati, associazioni di volontariato e Legambiente

Umanizzare la globalizzazione, contrastando lo sfruttamento dei lavoratori e dell’ambiente e promuovere politiche di sostegno ai Paesi in via di sviluppo, cancellando il debito dei più poveri. Questa la piattaforma comune sottoscritta da sindacati, associazioni di volontariato e Legambiente, posta all’attenzione del Governo italiano affinché si impegni a condizionare il nuovo round negoziale globale verso una profonda riforma della Wto.

“Dopo Seattle – ha dichiarato Sergio Cofferati, Segretario della Cgilè indispensabile promuovere iniziative politiche per definire regole nel mercato globale. Perché la globalizzazione possa generare effetti positivi nei Paesi deboli non si può lasciare tutto alla spontaneità del mercato. Per raggiungere questo obiettivo servono strumenti mirati, come ad esempio la tobin tax, il prelievo dell’1% sulle transazioni finanziarie speculative a breve, finalizzato a sostnere programmi di sviluppo per gli Stati poveri”.

“Su questi obiettivi – ha aggiunto Cofferati – sollecitiamo il Governo italiano ad assumere orientamenti precisi e fare in modo che diventino anche quelli dell’Unione Europea”.

“La Wto è un organo non democratico – ha dichiarato Sergio D’Antoni, Segretario della Cislperché non risponde ai Parlamenti nazionali ed è formato da poche persone che, in stanze chiuse, prendono decisioni che riguardano miliardi di individui”.

“Su questo tema – ha aggiunto D’Antoni – neanche il nostro Governo ha fatto bella figura, perché la sua posizione sulla riforma della Wto non ha registrato alcun momento partecipativo da parte delle forze sociali”.

“La fortuna complessiva delle 358 persone più ricche del mondo – ha osservato Ermete Realacci, Presidente Nazionale di Legambientesupera il reddito annuo del 45% dei più poveri del mondo, ovvero di ben 2,7 miliardi di individui. Oggi, la somma del Pil di tutti i Paesi in via di sviluppo è inferiore alla ricchezza complessiva delle tre persone più ricche del mondo e queste diseguaglianze aumentano ogni giorno”.

“Perché la globalizzazione sia un’opportunità per tutti, piuttosto che un privilegio per pochi – ha concluso Realacci – spetta allora proprio ai Paesi più sviluppati creare le condizioni per ridurre le disparità di sviluppo esistenti, a partire dall’avvio di politiche che risolvano in modo sostanziale la condizione debitoria dei Paesi più poveri”.

Cgil, Cisl, Uil, Legambiente, Acli, Agesci, Arci, Cocis, Csi, Ics e Uisp hanno organizzato una grande convention “A 100 giorni da Seattle” che si terrà il prossimo 10 Marzo a Roma.



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