Dalle batterie esauste ai frigoriferi, dalle bombole del gas ai materassi e perfino il motore di un aereo risalente alla seconda guerra mondiale. Questo un breve campionario delle oltre 37 tonnellate di rifiuti raccolti nell’operazione “In fondo al mar”, iniziativa per la pulizia dei fondali di 5 parchi marini (Asinara, Egadi, Porto Cesareo, Capo Rizzuto, Cinqueterre) organizzata da Legambiente e Lega Pesca e promossa dai Ministeri dell’Ambiente e delle Politiche Agricole. In totale, in tre mesi di lavoro, gli spazzini subacquei hanno ripulito circa 700 ettari di fondali.
“L’iniziativa ha avuto un grande successo e va ripetuta magari allargandola ad altre riserve marine, anche con un maggiore impegno economico da parte nostra – ha commentato Edo Ronchi, Ministro dell’Ambiente – perché è un modo per ripulire i mari, ma anche per consolidare il rapporta tra tutela dell’ambiente e pesca sostenibile, che può aiutarci a difendere il mare”.
“I dati presentati oggi – ha dichiarato Ermete Realacci, Presidente Nazionale di Legambiente – non fanno che confermare una situazione particolarmente critica e la criminale abitudine di utilizzare il mare come un discarica sommersa, mettendo a repentaglio il delicato ecosistema marino, visto che una coltre di spazzatura sui fondali può impedire alla vita sottomarina di nascere e crescere”.
“Gli ottimi risultati dell’operazione – ha aggiunto Ettore Iani, Presidente della Lega Pesca – dimostrano l’efficacia di un’iniziativa che ci auguriamo potrà essere presto estesa anche ai fondali delle altre riserve marine, ancora poste a rischio dagli inquinamenti di origine terrestre”.
Categorie:News
Rispondi