Pesticidi: cicogna in ritardo nelle serre

La cicogna arriva in ritardo nelle serre, per colpa degli antiparassitari e dei pesticidi. Gli addetti alle coltivazioni al chiuso, a contatto con alte dosi di queste sostanze, rischiano infatti gravi danni all’apparato riproduttivo. Per le donne possono essere causa di aborti spontanei, mentre per l’uomo, antiparassitari e pesticidi interferiscono con la qualità del liquido seminale. Il risultato è che, se per una coppia normalmente fertile il periodo di concepimento è compreso tra i 3 ed i 6 mesi, per una coppia il cui maschio sia sottoposto ad un’esposizione di pesticidi simile a quelle di un lavoratore in serra, i tempi si allungano fino a 18 mesi.

L’allarme lo lancia un’inchiesta pubblicata su La Nuova Ecologia, la rivista di Legambiente, che prende le mosse da studi in corso presso l’Istituto superiore di sanità. I dati arrivano da esperimenti su animali da laboratorio, ma anche dalla frequenza con la quale le lavoratrici esposte a fitofarmaci vanno incontro ad interruzioni di gravidanza spontanee. Le serre sono luoghi chiusi dove l’accelerazione del processo produttivo richiede un’intensità maggiore di trattamenti fitosanitari; da qui il rischio molto alto di esposizione a sostanze pericolose per i lavoratori.

Il sistema di coltivazione in serra, che comprende il settore floricolo ed orticolo, è oggi in espansione e copre una superficie di circa 27.000 ettari. La difficoltà principale nella ricerca che l’Iss sta conducendo viene dalla precarietà dell’impiego dei molti addetti alla coltivazione nelle serre, spesso occupati solo stagionalmente. Intanto, si delineano con maggiore chiarezza i danni di antiparassitari ed erbicidi sul sistema riproduttivo maschile.

Il primo caso osservato risale al 1976 in California. Agli operai addetti alla lavorazione di un antiparassitario impiegato nella produzione di pesche, fu riscontrato un danno alla spermatogenesi tale da renderli definitivamente sterili. Le ricerche fin qui condotte dall’Iss hanno dimostrato danni preoccupanti alla capacità riproduttiva degli uomini esposti a erbicidi. Non si tratta di danni definitivi ma sono pur sempre sufficienti ad allungare il periodo medio di concepimento di una coppia fino a 18 mesi.

Intanto, sempre sul tema di un’alimentazione sana, sono già 30.000 le firme raccolte con l’operazione Piatto Pulito, la petizione di Legambiente indirizzata ai presidenti delle Camere che chiede una moratoria sulla produzione e commercializzazione di prodotti alimentari geneticamente modificati e prevede l’obbligo per i produttori di indicare sulle etichette la provenienza degli alimenti e l’eventuale presenza di ogm.



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