L’albergo di Alimuri nella penisola Sorrentina, le palazzine di Lido Rossello a Realmonte (AG), Palafitta e Trenino a Falerna Scalo (CZ), le villette abusive di Torre Mileto (FG), lo scheletrone di Palmaria nel Parco delle Cinque Terre.
Sono questi i primi 5 ecomostri costieri, la “top five” del cemento illegale, per cui Legambiente chiede vengano istruite le pratiche di demolizione entro questa estate (in alcuni casi, come quello di Palmaria è già stato previsto il finanziamento) perché scompaiano entro l’anno dal panorama italiano. Una selezione che ben rappresenta lo scempio dell’abusivismo edilizio che domina interi tratti del litorale della penisola.
Uno scempio fatto di tentativi falliti di speculazione edilizia come quello dei grandi alberghi mai finiti di Palmaria (10.000 metri cubi di cemento che incombono da più di trent’anni sull’isolotto di fronte a Portovenere) e Alimuri (uno schiaffo all’immagine e al paesaggio naturalistico della penisola sorrentina che dal 1971 tiene in ostaggio una delle conche più belle del golfo di Napoli); di abusi tutti privati come le ville sul bagnasciuga ribattezzate dai turisti “palafitta” e “trenino” a Falerna Scalo e le case degli ex assessori del comune di Realmonte in riva al mare sulla spiaggia di Capo Rossello; oppure di vere e proprie città illegali come le 2.500 seconde case costruite negli anni settanta a Torre Mileto, 500 delle quali totalmente insanabili perché interamente sul demanio marittimo.
Questa la battaglia che vedrà impegnata Legambiente nei prossimi mesi lanciata al convegno “Coste italiane a sud tra cemento, tutela e sviluppo turistico” organizzato nell’ambito di ParkLife. Nell’occasione, l’associazione insieme a imprenditori del settore e amministratori delle principali Regioni del sud ha sancito una sorta di santa alleanza in difesa delle coste, sostenendo che il cemento abusivo fa male al turismo del nostro Paese.
“Da qualche tempo spira un vento nuovo al sud – ha dichiarato Sebastiano Venneri, responsabile Mare di Legambiente – dall’abbattimento di Villaggio Coppola a Castelvolturno a quello di Punta Perotti sul lungomare di Bari, dalla creazione della Commissione di lotta agli ecomostri voluta dalla Regione Calabria fino all’adozione del Piano paesistico adottato dalla Regione Sardegna con cui l’amministrazione ha lanciato la sfida a fare della tutela delle coste sarde il punto di forza del turismo sull’isola. Occorre che questo vento non smetta di soffiare e che l’impegno contro il cemento abusivo per ripristinare paesaggio e legalità lungo la penisola veda nuovi risultati concreti”.
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