Un’opera inutilmente faraonica che rischierebbe di trasformarsi in un cantiere infinito
“La crisi economica sta colpendo pesantemente settori basilari come la sanità e il welfare. Piovono tagli in tutti gli ambiti. Non ci sono soldi per i cassaintegrati ne si riesce ad assicurare un servizio efficiente e dignitoso per i milioni di pendolari che ogni giorno utilizzano treni locali e mezzi pubblici, eppure il Governo annuncia l’apertura dei cantieri per il Ponte sullo Stretto: un’opera dal costo di circa 6 miliardi di euro…”.
Così Edoardo Zanchini, responsabile Infrastrutture e mobilità di Legambiente, commenta le dichiarazioni rilasciate dal Ministro Altero Matteoli sulle prossime opere pubbliche promesse da questo Governo.
“Sarebbe interessante – ha continuato Zanchini – capire con quali finanziamenti si vorrebbe portare avanti un’opera inutilmente faraonica che nel periodo della crisi delle banche rischierebbe solo di trasformarsi in un cantiere infinito, lontanissimo dalle aspettative di chi vede nelle grandi opere la soluzione per migliorare mobilità ed efficienza del Paese. Il Governo pensi piuttosto alle necessario opere di messa in sicurezza delle infrastrutture esistenti in un Paese ormai al limite della gestibilità”.
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