“La foca apparsa nelle acque dell’isola del Giglio è il migliore spot pubblicitario per l’istituzione di una vera area marina protetta nell’Arcipelago Toscano, come richiedono ben tre leggi dello Stato e l’Unione europea che invita a realizzarla entro il 2012 in ottemperanza agli impegni internazionali presi dell’Italia per la protezione del mare e della sua biodiversità”.
Così Umberto Mazzantini, responsabile Isole minori di Legambiente, ha commentato la notizia dell’avvistamento di una foca monaca il 7 giugno all’isola del Giglio, oggi pubblicata dal Giglio News.
La foca monaca, animale ormai raro e protetto internazionalmente, rimane il più minacciato dei mammiferi marini. Secondo l’Onu in tutto il Mediterraneo sono rimasti meno di 350 esemplari, quasi tutti in Grecia e Turchia, mentre si stimano altre 150 presenze lungo la costa atlantica nordafricana (Marocco, Madeira e Mauritania).
Secondo la conferenza internazionale sulla conservazione della foca monaca appena terminata a Kemer, in Turchia e organizzata dal Centro comunicazione e informazione del Programma ambiente mediterraneo delle Nazioni Unite (Info/Rac) per porre un freno all’estinzione di questo animale servono almeno 6 milioni di euro l’anno da impiegare in progetti di sviluppo locale.
In Italia, pur protetta da molto tempo, la foca veniva uccisa dai pescatori per i danni provocati alle reti e perché ritenuta un pericoloso concorrente nella cattura dei pesci. Ma la sua estinzione in Italia è stata anche determinata dalla riduzione del suo habitat, ormai occupato da porti e villaggi turistici e disturbato dal passaggio delle navi.
“L’avvistamento di questo esemplare marino – ha aggiunto Mazzantini – oltre a confermare il merito delle 5 vele, assegnato dalla Guida Blu di Legambiente e del Touring Club all’isola del Giglio, dimostra la bontà della protezione marina intorno alle isole minori dell’Arcipelago Toscano, luogo di attrazione per i giovani animali di questa specie. Già negli anni passati, infatti, la foca monaca ha popolato la costa toscana e tutto lascia sperare in un suo reinsediamento in questo tratto. Diviene pertanto fondamentale tutelare l’arcipelago con l’istituzione di una vera e propria Area marina protetta”.
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