Operazione Po 2009 – Sì al turismo lento, no alla bacinizzazione

barricata1Tappa finale di Operazione Po di Legambiente: il fiume mostra buone capacità di ripresa, ma i progetti di bacinizzazione rischiano di compromettere il futuro del grande fiume, dell’agricoltura e della costa adriatica.

Legambiente Turismo propone un grande progetto per il turismo di qualità lungo l’asta del Po che interessi tutte province rivierasche.

Operazione Po di Legambiente è arrivata alla fine del suo viaggio sul Po. La House Boat “Magnifique” fornita da Le Boat, una compagnia francese del gruppo Gruppo TUI Travel TLC, ha attraccato a Porto Barricata sul Mare Adriatico.

“Il viaggio sul Po – ha detto Luigi Rambelli, Presidente di Legambiente Turismo – è stata un’occasione di denuncia dei problemi ambientali del fiume ma anche un’esperienza antropologica e sociale che ci ha permesso di entrare in contatto con le comunità rivierasche che da secoli vivono sul e del fiume. Proprio dal contatto con queste comunità è nata l’idea di un progetto di rilancio dell’economia su Grande Fiume che coinvolga tutta l’asta e che parta dai principi della sostenibilità e della valorizzazione delle ricchezze di questi territori, agricole, gastronomiche e turistiche. Legambiente Turismo e la sua etichetta ecologica (la prima in Italia per importanza e numero di adesioni) ha deciso di raccogliere l’invito di tanti amministratori e imprenditori locali e di proporre un nuovo progetto che leghi le strutture ricettive e turistiche dei paesi situati su tutta l’asta del fiume anche per estendere, valorizzare e difendere le esperienze già realizzate nel Delta PO. Diversi interventi sono già stati fatti in questo senso, ma molto spesso slegati tra loro e senza una ricaduta adeguata sulle economie locali. Noi vogliamo dare impulso alle azioni virtuose che già tante amministrazioni stanno compiendo tenendo conto però delle esigenze di tutte le comunità rivierasche per fare del fiume una grande opportunità economica e sociale”.

barricata2Anche il grande fiume sembra voler collaborare. La principale novità è infatti che il miglioramento della qualità delle acque registrato dal monitoraggio effettuato in 40 punti dalla sorgente al Delta, sia pure con le necessarie cautele e i punti critici che rimangono ancora e che andranno controllati da vicino, consente di sperare che sia raggiungibile l’obiettivo di un Po risanato, addirittura balneabile e quindi disponibile per un salto di qualità importante come richiesto dalle normative europee sulle acque. Si tratta di un risultato di decenni di iniziative condotte da amministrazioni rivierasche categorie economiche e dalla Legambiente insieme ad altre associazioni ambientaliste. Su questo puntano anche numerosi imprenditori e amministratori di tutte le province rivierasche a partire dalle due esperienze già fatte nel Delta che contano 53 imprese ricettive e/o turistiche e oltre 50.000 posti letto.

“Negli ultimi tempi – ha dichiarato Pierantonio Macola, Vicepresidente di Unindustria Rovigo e referente unico del nuovo distretto turistico del Parco del Delta del Po Polesine, Amministratore Delegato di Vacanze Weekend – la provincia di Rovigo ha dimostrato una crescente fiducia nelle proprie potenzialità turistiche e personalmente sono convinto che l’industria turistica possa trovare in questi territori la sua opportunità più grande rispetto alle altre destinazioni emergenti in Italia. Per cogliere a pieno questa occasione di crescita, è fondamentale però che avvenga un cambiamento culturale, in primis da parte degli imprenditori del settore: i modelli di sviluppo turistico tradizionalmente proposti nella nostra regione risultano ormai antiquati, quello che occorre è un approccio innovativo, che consideri con la massima attenzione il contributo di figure quali quelle degli ambientalisti – ma anche pescatori e cacciatori -, davvero competenti riguardo alle peculiarità e alle criticità di un territorio unico in Italia e nel panorama internazionale. L’iniziativa Operazione Po di Legambiente – ha aggiunto Macola – è strategica per il territorio del Delta del Po Veneto, ritengo il tema fluviale uno degli assi portanti per questo nuovo modello di crescita del turismo e Legambiente ci offre un’occasione di confronto aperto fondamentale, che consente di trasformare il rispetto del tema ambientale in una reale opportunità di sviluppo economico che vada a beneficio di questo territorio”.

barricata3Ma non mancano i motivi di allarme. “Il tratto terminale del Grande Fiume – spiega Giorgia Businaro, responsabile settore Acque per Legambiente Veneto – subisce gli interventi attuati sull’intera asta e su tutti gli affluenti, che attraversano la parte più industrializzata ed antropizzata d’Italia. Ciò pone in serio pericolo il futuro del Delta padano, un territorio incerto, intreccio di terre e acque dal fragile equilibrio ma dalle grandi potenzialità: pensiamo al notevole sviluppo del turismo naturalistico, che trova qui una zona unica ed incredibilmente affascinante. Lo sviluppo di un tipo di turismo che fondi sulla tutela e il rispetto dell’ambiente la sua ragione d’essere – prosegue Businaro – viene però ostacolato dall’insensato progetto di conversione a carbone della Centrale Enel di Polesine Camerini, un mostro tecnologico inserito ai confini del Parco Regionale del Delta del Po, che ha sconvolto l’ambiente circostante e che minaccia ora di distruggerlo completamente. Se Enel dovesse procedere su questa strada – conclude – una delle più importanti zone umide italiane verrebbe condannata all’estinzione”.

Durante la conferenza stampa sono stati inoltre diffusi i dati dei rilevamenti sulla qualità delle acque effettuati da Legambiente in collaborazione con i tecnici della Struttura Oceanografica Daphne dell’Arpa Emilia-Romagna. Il confronto con i dati rilevati lo scorso anno in condizioni di portata sostanzialmente equivalenti mostrano un lento ma graduale miglioramento, ma il vero problema sono ancora gli affluenti che continuano a riversare nel corso principale i loro eccessivi carichi di fosforo e azoto che rappresentano altrettante spie di un sovraccarico antropico di interi territori.

“I dati rilevati dal Piemonte fino al delta rappresentano un’analisi puntuale effettuata sulla qualità delle acque del grande fiume – ha dichiarato Giulio Kerschbaumer, biologo di bordo di Operazione Po – e mostrano come i principali imputati siano gli affluenti del grande fiume, che riversano nel corso d’acqua i loro carichi inquinanti. Le distribuzioni dei valori del fosforo evidenziano 3 picchi principali individuati infatti nel fiume Lambro, nel torrente Parma e nel Crostolo, mentre i restanti valori si attestano su concentrazioni molto inferiori. La distribuzione delle forme azotate presentano da monte a valle una forte disomogeneità. In particolare presentano elevate concentrazioni nelle stazioni a monte: Casalgrasso, Moncalieri, Torino, Brandizzo, fiume Lambro, fiume Adda, torrente Parma, fiume Oglio. L’azoto ammoniacale presenta 3 concentrazioni elevate in corrispondenza delle stazioni: torrente Parma, fiume Enza, torrente Crostolo; un alto picco, ma di minore portata, è relativo al fiume Secchia”.

Il viaggio di Operazione Po

Il programma ha incrociato il tema del futuro del Po e dell’Adriatico. Sono state realizzate iniziative su cambio di clima e politica energetica; tutela e rinaturalizzazione del fiume e delle sue aree di pertinenza; valorizzazione del patrimonio culturale e monumentale; futuro dell’agricoltura e uso corretto delle acque per i vari usi; escavazioni abusive in alveo; contenimento e raccolta differenziata dei rifiuti; risalita del cuneo salino; incentivazione della navigazione fluviale ad uso turistico; tutela e valorizzazione delle aree umide del Delta. Tutti gli appuntamenti hanno visto la presenza di esponenti di punta e dirigenti nazionali di settore o di singole campagne. Tutte le tappe sono state organizzate con la partecipazione di esperti e amministratori pubblici locali che, in qualche caso, ci avevano sollecitato a prevedere iniziative ed hanno organizzato eventi, e feste, dibattiti, incontri con la stampa in occasione dell’arrivo dell’imbarcazione di Legambiente.

Si è compiuto così un percorso di due settimane che ha visto l’associazione ambientalista impegnata ad affrontare il tema del futuro del Fiume e dei territori della Valle Padana in una fase cruciale nella quale le istituzioni stanno assumendo decisioni importanti con il PIANO DI GESTIONE DEL DISTRETTO IDROGRAFICO DEL FIUME PO sul quale è in corso la consultazione e si andrà ad una decisione importante entro novembre. Legambiente si batte per garantire un futuro al Grande Fiume e al Nord Adriatico e la squadra di Operazione Po in navigazione ha sollevato e raccolto problematiche e incitamenti per la tutela del fiume e la valorizzazione delle realtà naturalistiche, paesaggistiche, storiche, culturali, produttive, gastronomiche legate al territorio e al fiume che possono garantire lo sviluppo di una economia locale che guarda al futuro basandosi su di un sistema agroalimentare ricco di produzioni tipiche e sul turismo di qualità. Le due settimane di navigazione e le soste (ad Adria, Bagnolo S. Vito, S. Benedetto Po, Guastalla, Casalmaggiore, Polesine Parmense, Torricella di Sissa, Boretto, Pieve di Coriano, Suzzara, Felonica, Santa Maria Maddalena, Ferrara, Serravalle e infine Porto Barricata) hanno consentito di evidenziare proposte e campagne di Legambiente (fra queste Salvalarte, Piccola Grande Italia, Rapporto Ecomafia, Legambiente Turismo, cambio di clima e sviluppo delle fonti rinnovabili) e raccogliere segnalazioni e preoccupazioni sulle pesanti violazioni della legalità nel fiume, sull’assenza di controlli e sulle proposte di interventi riferiti al ritorno al nucleare, ad insediamenti impattanti fra i quali le proposte avanzate di 4 sbarramenti sulla parte mediana del Po.



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