“La questione dei rifiuti campani non è una partita chiusa ma un caso nazionale: buona parte di essi finisce in tutta Italia, attraverso circuiti di smaltimento illegale, come dimostra l’ultimo blitz dei carabinieri del Noe in 7 regioni, in seguito alle indagini della procura di Santa Maria Capua Vetere”.
Così Antonio Pergolizzi, coordinatore del settore ecomafia di Legambiente, sull’azione dei Carabinieri del Nucleo operativo ecologico che ha portato all’arresto di 14 persone tra Lazio, Campania, Marche, Umbria, Toscana, Puglia e Abruzzo e a sequestri di aziende. Questa vicenda di fanghi di depurazione non trattati smaltiti sui terreni agricoli, con grave pericolo per la salute dei cittadini, rappresenta l’ennesima conferma dell’esistenza di una holding criminale ramificata in tutta la Penisola in maniera capillare. Dal 2002 ad oggi sono, infatti, 157 le inchieste sui traffici illeciti di rifiuti, 1.024 gli arresti, 3.039 le denunce e 643 le aziende coinvolte.
“L’inchiesta – prosegue Pergolizzi – dimostra l’importanza delle intercettazioni quale strumento d’indagine. Dimostra anche come molte imprese preferiscano rivolgersi al mercato illegale piuttosto che a quello legale. Ecco perché siamo convinti che siano necessari più controlli da parte delle amministrazioni pubbliche e una presa di posizione netta da parte delle associazioni di categoria del mondo industriale. Chiediamo a Confindustria e alle altre associazioni di categoria un chiaro segnale contro le aziende che si macchiano del reato di traffico illecito di rifiuti”.
La Toscana risulterebbe, ancora una volta, particolarmente coinvolta, come regione di transito, caratterizzata da un’importante presenza di impianti di trattamento e di stoccaggio che si sono rivelati in molte inchieste punto di snodo di traffici illeciti su scala nazionale.
“Vi è infatti in Toscana una produzione di rifiuti industriali più che doppia rispetto a quella di rifiuti urbani – commenta il presidente di Legambiente Toscana Piero Baronti -. Parliamo di 7 milioni di tonnellate di rifiuti speciali per il cui smaltimento non esistono impianti adeguati e che finiscono, così, spesso nella rete della criminalità. Una situazione grave a fronte della quale sarebbe importante che la regione si dotasse di un osservatorio ambientale per monitorare e contrastare l’illegalità che si verifica sul territorio, a partire dallo smaltimento dei rifiuti”.
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