Di fronte alle sterili polemiche sorte intorno ai nuovi provvedimenti anti-smog presi dal Comune, già tarati al ribasso e lontani dal poter incidere significativamente sulla qualità dell’aria cittadina, le associazioni promotrici del Bike Pride, tra cui il circolo di Legambiente Molecola, hanno scritto una lettera aperta al sindaco di Torino Piero Fassino.
“Il dibattito nelle commissioni Ambiente e Viabilità sul provvedimento antismog – scrivono le associazioni – dimostra la superficialità con cui alcuni consiglieri affrontano i temi dell’ambiente e della salute dei cittadini. Non critichiamo la libertà di esprimere dubbi sul provvedimento ma l’incapacità di elaborare proposte alternative. Se veramente alcuni consiglieri di maggioranza hanno maturato delle perplessità di fronte all’efficacia del provvedimento, abbiano il coraggio di migliorarlo. Il blocco di alcune categorie di auto non sarà la soluzione migliore, né la più efficace, ma è un piccolo tassello che l’amministrazione dovrebbe difendere e al limite provare a perfezionare. La povertà del dibattito è, signor Sindaco, ancora più intollerabile data la quantità e qualità del confronto che invece c’è “fuori dal palazzo”. Non si tratta di semplice sensibilità ambientale, di essere “amici” dell’auto o della bicicletta; la quantità e la serietà degli studi scientifici, a partire dall’OMS, che stimano nell’ordine delle migliaia i morti nelle città italiane a causa dell’inquinamento, e che identificano le emissioni diesel come sostanze cancerogene, dividono il campo tra amministratori responsabili, che curano l’interesse dei cittadini, e politici demagoghi che preferiscono assecondare le abitudini consolidate, per quanto nocive”.
“I torinesi hanno una buona memoria – continua la lettera delle associazioni – si ricordano perfettamente il peso dato nel suo programma elettorale al progetto di una “Torino Capitale del muoversi bene e dell’ambiente”. Immaginiamo quindi che in questo momento molti siano in attesa di una sua chiara presa di posizione sul tema. La aspettano quantomeno le 20 mila persone che nell’ultima edizione del Bike Pride hanno chiesto ancora una volta una città a misura di persone, non di auto. Vogliamo sperare che in questa città sia finito il tempo in cui regnano gli interessi particolari e confidiamo – è questo l’appello finale rivolto al primo cittadino di Torino – nella sua capacità di visione strategica, nell’interesse della città tutta”.
Fonte: Circolo Legambiente Molecola
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