Legambiente si è da sempre distinta per la determinazione manifestata contro ogni forma di abusivismo edilizio, soprattutto all’interno del Parco nazionale del Circeo. Dopo anni di battaglie, con l’impegno del Comune di San Felice Circeo e dell’Ente Parco nazionale del Circeo, l’associazione salutò con gioia, la mattinata del 31 ottobre del 2012, sotto una pioggia battente, l’abbattimento dei primi edifici della tristemente nota lottizzazione abusiva di Quarto Caldo, in piena area protetta, in una delle zone più delicate e prestigiose del Circeo.
“Abbiamo salutato con gioia quelli abbattimenti, convinti che fossero l’inizio di un percorso virtuoso per ristabilire la legalità in un territorio martoriato dall’abusivismo edilizio e dal malaffare. Siamo ancora convinti che quell’evento abbia restituito dignità e coraggio ad un territorio che vuole uscire dalla morsa del cemento e dell’illegalità“.
A distanza di diversi mesi, però, Legambiente è costretta a registrare l’arresto degli abbattimenti, nonostante il finanziamento erogato copra per intero gli stessi, compreso il trasporto del materiale di risulta.
“Un arresto che ci preoccupa, che non condividiamo e che rischia di tramutare un vittoria collettiva in uno smacco inaccettabile”.
Per questa ragione, il circolo Larus Legambiente chiede all’amministrazione comunale di San Felice Circeo il riavvio immediato degli abbattimenti degli “scheletri di Quarto Caldo” e la riqualificazione naturalistica del territorio, perché di quella speculazione non resti che il ricordo e al suo posto torni a vivere rigogliosa la splendida macchia mediterranea del Parco nazionale del Circeo.
Fonte: Larus Legambiente
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