Piazze, stazioni, itinerari ciclopedonali, dopo il referendum l’acqua è davvero un servizio pubblico a disposizione del territorio? Il censimento rileva una situazione in chiaroscuro.
Come ogni anno, con il gran caldo torna il problema della disponibilità di acqua potabile nelle città e sul territorio: è notizia dei giorni scorsi che a Roma è scattata la distribuzione di bottigliette d’acqua nelle stazioni della metropolitana e in corrispondenza dei Musei Capitolini, eppure ci sarebbe uno strumento molto più antico, ecologico ed economicamente sostenibile: le fontane, che purtroppo invece in molti luoghi stanno lentamente scomparendo. Legambiente ha realizzato un censimento delle fontane pubbliche presenti (funzionanti e non) nelle vallate del Senio e del Santerno, oltre ad un focus sui servizi presenti nelle varie stazioni della rete ferroviaria che da Ravenna collega con i maggiori centri: Bologna, Firenze, Ferrara.
“Piazze, stazioni, vie trafficate – ha dichiarato Yuri Rambelli presidente del circolo Legambiente A. Cederna – erano storicamente un punto di accesso all’acqua pubblica. Luoghi che fornivano un servizio pubblico e al tempo stesso diventavano punti di aggregazione. Punti in cui si andava a prendere “l’acqua buona”, come alla stazione di Alfonsine, oppure a Villa Fontana, vicino Medicina, con la vecchia fontana ottocentesca. Purtroppo nel corso degli anni questa disponibilità viene sempre meno. Ci sono casi “fortunati” in cui questo servizio è tuttora presente, ce ne sono altri in cui invece la fontanella è scomparsa, o semplicemente non funziona più, costringendo turisti e cittadini a ricorrere a bar e distributori automatici”.
Legambiente segue da tempo il tema della fontane pubbliche, realizzando inoltre un censimento delle fontane presenti sul territorio e nelle stazioni ferroviarie, attraverso 2 mappe digitali. Negli ultimi anni si è infatti diffusa in numerose città (piccole e grandi) l’idea di (ri)-installare punti d’acqua nei principali luoghi pubblici, soprattutto grazie all’impegno di diverse associazioni di cittadini per rieleggere la funzione della fontanella a patrimonio da salvaguardare e come diritto di tutti, per riscattarla dal non uso e rivestirla della sua dignità storica ed estetica. Non a caso, lo spirito del referendum sull’acqua era proprio quello del ruolo pubblico dell’acqua potabile.
“I risultati del censimento dicono però che il lavoro da fare in questo senso è ancora lungo – ha concluso Rambelli – troppe fontanelle “mancano all’appello”, o semplicemente non funzionano, mentre invece, come dimostrano ogni anno iniziative paradossali come quella di distribuire bottigliette d’acqua, è necessario recuperare l’idea dei punti d’acqua come servizio al territorio, come luogo di aggregazione e di sensibilizzazione sul tema del consumo, facendo coincidere l’immagine della fontanella con quella di una società attenta alla gestione quotidiana delle risorse”.
Le mappe digitali delle fontanelle e dei servizi presenti nelle stazioni ferroviarie.
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