Una delibera votata a maggioranza dal Consiglio comunale ha reso edificabili tre aree verdi (quelle che vedete cerchiate in questo volantino). Due di queste (via Zara e via Kolbe) sono identificate nel Prg vigente (Piano regolatore) e nel futuro Psc (Piano strutturale che sostituirà il Prg) come “Verde pubblico attrezzato” con “vincolo parco gioco e sport”. É bastata un’alzata di mano per mettere cemento dove adesso ci sono prati ed alberi. Nessuna comunicazione ai residenti, men che meno percorsi partecipati. Nulla.
Secondo Legambiente ImolaMedicina quei lavori andranno ad intaccare un equilibrio socio-ambientale raggiunto negli anni e, certamente, a sconvolgere il resto del verde, con anni di lavori, mezzi pesanti, strade di servizio, ecc.. e le case (in particolare in via Kolbe) saranno costruite su un asse di grande scorrimento con conseguente inquinamento atmosferico ed acustico;
Tali aree attualmente sono sotto “Tutele relative alla vulnerabilità e sicurezza del territorio” perché ricomprese tra le aree di ricarica della falda ed i terrazzi alluvionali così come definiti dal PTCP (Piano territoriale di coordinamento provinciale) e secondo Legambiente quelle case proprio non servivano perché 3.500 nuovi edifici sono previsti nel nuovo Psc, 2.500 sono gli appartamenti vuoti esistenti nel Comune di Imola e altre migliaia di abitazioni sono ancora da edificare nel vecchio Prg.
Quale è allora il motivo? L’unica giustificazione, spiega Legambiente, è la solita usata quando si tratta di difendere scelte indifendibili: l’esigenza di come sostenere i servizi e le politiche per le famiglie, gli anziani e l’infanzia. Ma l’incremento dell’Irpef del 2.5 per mille non era stato spiegato allo stesso modo?
Legambiente crede che siano altre le politiche che un Comune virtuoso dovrebbe mettere in campo più che vendere o svendere aree verdi ed immobili pubblici (l’ex Circoli, l’ex sede della Vassura Baroncini, l’ex Palazzina di via Quaini, l’elenco potrebbe essere infinito).
I servizi pubblici non si finanziano con le dismissioni, una volta venduto tutto allora sì che la prospettiva di chiudere i servizi o di ridimensionarli sarà realtà. Ma tanto chi oggi ha preso queste decisioni chissà dove sarà.
Per difendere i servizi meglio sarebbe evitare sperpero di denaro pubblico (quindi di tutti noi), a cominciare da quei milioni di euro (2.300.000 solo nel 2013 per coprire il buco di bilancio del 2012) che ConAmi continua a gettare in quel pozzo senza fondo che è l’autodromo con le ultime gestioni.
Presto partirà una petizione contro quell’edificazione, assieme a residenti delle zone interessate. Legambiente presenterà osservazioni alla variante al Prg per chiedere che si torni indietro sulla decisione. Informeremo con tutti mezzi possibili la cittadinanza sull’assurdità di tale decisione.
Fonte: Legambiente ImolaMedicina
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