La Corte Internazione di Giustizia dell’Aja ha annunciato il proprio verdetto inappellabile nel caso Australia contro Giappone, stabilendo che il programma di caccia alle balene nell’oceano antartico non ha finalità scientifiche, ordinando la revoca dei permessi di caccia alle balene nell’ambito del programma JARPA II. L’Australia si era infatti rivolta alla corte dell’Aja del 2010 accusando Tokyo di praticare la caccia commerciale sotto la copertura di un programma di ricerca scientifico.
Nonostante il divieto della pesca commerciale imposto dalla commissione baleniera internazionale nel 1986, il Giappone aveva infatti continuato negli anni la caccia alle balene, ufficialmente per scopi scientifici e per preservare la tradizione, ma in particolare negli ultimi anni la flotta era stata costetta a rientrare anticipatamente in porto per l’azione di contrasto degli ecologisti di Sea Shepherd, che ora plaudono alla decisione della Corte Internazionale di Giustizia.
Il caso era approdato alla corte dell’Aja lo scorso Luglio per decidere se il Giappone con il proprio programma di ricerca nell’oceano antartico avesse infranto la normativa internazionale, con una votazione di 12 contro 4, la corte ha deciso che i permessi scientifici forniti dal Giappone nell’ambito del programma baleniero non erano conformi ai regolamenti della commissione baleniera internazionale (IWC). La corte ha così ordinato al Giappone di revocare i permessi rilasciati nell’ambito del programma JARPA II e di astenersi dal rilasciarne di nuovi.
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