Non sorprende il fatto che possano emergere anche in una piccola, prosperosa città del bolognese, elementi di cronaca che fanno immediatamente pensare a quel “mondo di sotto” citato dal Presidente Napolitano nel suo discorso di fine anno. Sorprende forse di più la reazione netta e rapida al primo insorgere di minacce e pressioni, triste retaggio di chi è legato all’interesse particolare, alla forzatura di ciò che non ha una propria logica per essere sostenuto.
E qui è doverosa da parte di Legambiente, la piena solidarietà al Sindaco Conti, un amministratore che segna un distacco generazionale, non solo banalmente anagrafico, ma culturale. Cresciuta nello stesso ambiente che ha avallato i recenti piani urbanistici della città di San Lazzaro, forse da dentro ne ha colto lentamente ma con sempre maggiore chiarezza le profonde contraddizioni, maturando scelte autonome delle quali adesso è pienamente legittimata in base al mandato che rappresenta.
Il 2015 è stato dichiarato dall’ONU l’anno del suolo, risorsa preziosa ed ambita, contesa fra ambiti economici, e non dimentichiamo che è anche l’anno dell’EXPO, della discussione sulla catena alimentare, la sostenibilità ambientale, il rispetto e la tutela dei territori e delle comunità.
Basterebbe questo a far capire come la svolta non sia solo attesa, ma urgentemente necessaria.
Non è un caso che già nel maggio 2014, Legambiente Emilia Romagna abbia eletto due casi emblematici, due simboli negativi riguardo il “consumo di suolo”: Comacchio e San Lazzaro, una infrastruttura stradale fortemente impattante ed una espansione urbanistica anacronistica sia dal punto di vista territoriale e sociale che della sostenibilità economica. Quest’ultima previsione puntualmente realizzatasi come è oramai noto a tutti.
La Regione Emilia Romagna ha già i suoi primati personali in materia di tasso di consumo di suolo, è tempo di dare ascolto anche a quella parte sana del comparto costruzioni (non sempre i più “grandi”), quella che ha “capito” le nuove opportunità, e che chiede di migliorare e semplificare i processi di recupero e ristrutturazione, unica voce che non ha segnato il tracollo anche in piena crisi. Non c’è un vero problema occupazionale da usare in modo indegno come leva psicologica da agitare sperando di ottenere di fatto un accaparramento di diritti proiettati in un futuro che resta ancora molto oscuro. C’è da modificare l’obiettivo sul quale puntare i propri investimenti. Il territorio necessita una visione ed una programmazione libere da ingerenze di parte e da dimostrazioni di potere. Un territorio dalla parte dei cittadini, pronto alle sfide di un futuro che è già alle porte, e da qualche parte ha già bussato (pensiamo a: dissesto idrogeologico, fragilità sismica e alla bolletta energetica degli edifici).
Nei piani urbanistici della città di San Lazzaro ci sono decine di migliaia di mq disponibili al recupero, sia nella zona a Nord della via Emilia che in quella artigianale della Cicogna, sempre più abbandonata perché inadeguata a qualsiasi moderna attività e troppo mischiata al residenziale. Auspichiamo che si aprano gli occhi a tutti sulle reali necessità del territorio.
Per la sezione di San Lazzaro di Savena
Anna Carlini
Fonte: Legambiente Medicina
Al Sindaco di San Lazzaro ha espresso solidarietà, pubblicando una foto sulla propria pagina facebook, anche Gianni Morandi.
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