L’associazione replica ad Ascom Confcommercio che aveva parlato di “accanimento terapeutico” sul centro storico di Lugo.
“Pensare che l’unico modo per far vivere i centri storici sia quello di permettere alle persone di andare con l’auto fin quasi dentro il negozio è un’idea ormai superata, anche perché chi ha queste pretese è già migrato verso altri lidi, come ad esempio i centri commerciali fuori dal centro”.
Così Legambiente replica ad Ascom Confcommmercio che a proposito del piano traffico di Lugo aveva commentato “vorremmo venisse evitato una sorta di “accanimento terapeutico” nei riguardi del centro storico di Lugo, nel quale si devono vedere solo pedoni e soprattutto ciclisti, dove vigono le restrizioni del piano dell’aria, dove vanno soppressi posti auto, senza che questo sia sostenuto da alcun dato di incidentalità, che invece, come purtroppo anche alcuni recenti fatti tristemente confermano, riguardano strade esterne al centro storico”.
“Come dimostrano molte città europee – ha dichiarato Yuri Rambelli, presidente del circolo Legambiente “A. Cederna” – ma anche l’incredibile successo dei T-Days nella vicina Bologna, è ormai un’idea piuttosto datata quella secondo cui per tutelare il commercio bisogna poter attraversare il centro in macchina e parcheggiare davanti al negozio. Difficile pensare di attrarre clienti solo perché ci sono un po’ di posti auto, quando a poche centinaia di metri, appena fuori dal centro, ci sono centri commerciali con decine di negozi e centinaia di posti auto”.
Secondo l’associazione, continuare con questa logica significa combattere una battaglia già persa, perché chi cerca solamente un modello commerciale “mordi e fuggi” andrà sempre a fare la spesa da un’altra parte: l’unico modo per far vivere la città è invece riqualificarla proprio liberandola dal traffico e dall’inquinamento, facendo quindi in modo che diventi piacevole vivere il centro storico.
“In quest’ottica – ha concluso Rambelli – è allora forse il caso di dire che il piano traffico di Lugo è addirittura troppo timido nel fare in modo che i cittadini possano riappropriarsi delle strade del centro: bene quindi la zona 30, ma anche aree pedonali e piste, o meglio itinerari ciclabili dovrebbero essere la regola in tutti i centri storici, non l’eccezione”.
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