Le misure previste per ridurre l’inquinamento atmosferico e a tutela della salute pubblica avranno portata molto limitata, anche perché non fermeranno quasi nessuna auto, polveri fini già alle stelle.
Sono appena entrati in vigore a Lugo i provvedimenti temporanei di limitazione della circolazione in centro, per ridurre l’inquinamento atmosferico e a tutela della salute pubblica in attuazione al Piano aria integrato regionale e Legambiente pone alcuni interrogativi sulla reale portata di queste misure.
“L’area molto ristretta in cui è prevista la limitazione del traffico già pone seri interrogativi sull’effettiva efficacia di questi provvedimenti – ha commentato Yuri Rambelli, presidente del circolo Legambiente A. Cederna – come ampiamente dimostrato infatti le polveri sottili si muovono molto facilmente sul territorio, quindi limitare il traffico a poche strade del centro storico, mentre tutto attorno si prosegue come prima difficilmente potrà migliorare la qualità dell’aria”.
A ciò si aggiunga la reale portata del “blocco”: il provvedimento infatti prevede lo stop alla circolazione in centro per le auto a benzina pre euro 2 (quindi con oltre 20 anni di anzianità) e diesel pre euro 4 (immatricolate prima del 2006). Come se ciò non bastasse a ridurre ulteriormente il numero di veicoli effettivamente interessati dal blocco, sono previste poi tutta una serie di deroghe per chi accompagna i bambini a scuola, chi ha basso reddito, lavoratori in turno e tutta una serie di veicoli speciali (emergenza e soccorso), trasporto pubblico, trasporto disabili, prodotti deperibili, farmaci, stampa periodica, trasporto merci diretti a ospedali, scuole e cantieri, veicoli con almeno 3 persone a bordo e così via.
Desta poi particolare perplessità la nota secondo cui “in caso di sforamento di primo livello (per quattro giorni consecutivi) e/o di secondo livello (per dieci giorni consecutivi) registrati da Arpae verranno adottate ulteriori misure emergenziali”. Dato che consultando il sito di Arpae nella zona non è presente alcuna centralina per il monitoraggio degli inquinanti, resta il dubbio su come verrà certificato lo sforamento.
“L’unico dato che abbiamo – ha commentato Rambelli – è quello della centralina “Ballirana”, nelle campagne di Taglio Corelli a nord di Alfonsine, lontano quindi dai centri urbani e dal traffico, e ci dice che già adesso il livello delle polveri sottili è decisamente alto. È perciò evidente che per tutelare davvero la salute pubblica è necessario porre in essere misure ben più incisive di questi blandi blocchi del traffico”.
L’associazione continua a puntare il dito contro un modello di mobilità non sostenibile: è invece necessario investire in trasporto pubblico, itinerari ciclopedonali protetti, coerenti e completi (non qualche centinaio di metri di piste ciclabili che non portano da nessuna parte) e più verde nei centri abitati, data la nota capacità delle piante di assorbire e filtrare gli inquinanti. Naturalmente si tratta di misure che richiedono tempo, ma se non si comincia mai…
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