Polveri fini alle stelle anche in Bassa Romagna: quali sono le misure strutturali dei comuni contro lo smog?

Non esistono centraline di monitoraggio, ma per l’Indice Qualità dell’Aria di Arpae nel 2017 ci sarebbero stati più di 40 giorni di sforamento ad Alfonsine, Lugo e Fusignano. Ultima settimana quasi sempre oltre i limiti.

In questi giorni in molte grandi città della pianura padana si è tornato a parlare di polveri sottili oltre i limiti, con relative misure emergenziali come blocchi del traffico e limitazioni ai mezzi più inquinanti. Stando però alle indicazioni che emergono dai dati Arpae, la situazione nel resto del territorio non sembra migliore, anche se desta meno clamore.

“Purtroppo nel nostro territorio non c’è nemmeno una centralina per il monitoraggio delle PM10, le famigerate polveri sottili – ha dichiarato Yuri Rambelli, presidente del circolo Legambiente “A. Cederna”ma ciò non significa che i cittadini della Bassa Romagna respirino aria più pulita”.

Sul sito dell’Agenzia regionale per la prevenzione, l’ambiente e l’energia dell’Emilia-Romagna (Arpae) si può infatti leggere che “Al fine di comunicare alla popolazione in modo semplice ed immediato il livello qualitativo dell´aria che si respira, ARPAE Emilia-Romagna ha deciso di definire un indice di qualità dell’aria (IQA) che rappresenti sinteticamente lo stato complessivo dell’inquinamento atmosferico” specificando inoltre come “i sistemi di modellistica e i dati raccolti dalla rete regionale di misura consentono di avere indicazioni sulla qualità dell’aria in ogni comune del territorio dell’Emilia-Romagna – anche ove non siano presenti stazioni di rilevamento – sia come previsione sia come stima della concentrazione degli inquinanti per le giornate trascorse”.

Spulciando i grafici giornalieri dell’indice della qualità dell’aria è così possibile scoprire che in comuni come Alfonsine, Fusignano e Lugo nel corso del 2017 si sarebbero superati i limiti delle polveri sottili per oltre 40 giorni, ben più dei 35 permessi dalla normativa. In particolare nell’ultima settimana i livelli di PM10 sarebbero stati quasi sempre oltre i limiti di legge, senza che si sia avuta notizia di provvedimenti o misure di alcun tipo da parte delle amministrazioni comunali.

“Trattandosi di indicazioni, e non di dati registrati da una centralina di monitoraggio, non si può dire che i livelli di inquinamento siano fuorilegge – ha precisato Rambelli – ci danno però un’indicazione ben precisa di un problema diffuso sul territorio e non relegato solo ai centri storici delle grandi città. Quali sono dunque le misure messe in campo dalle nostre amministrazioni per salvaguardare la salute dei cittadini?”

L’associazione continua a puntare il dito contro un modello di mobilità non sostenibile: è invece necessario investire in trasporto pubblico, itinerari ciclopedonali protetti, coerenti e completi (non qualche centinaio di metri di piste ciclabili che non portano da nessuna parte) e più verde nei centri abitati, data la nota capacità delle piante di assorbire e filtrare gli inquinanti. Sarebbe poi necessaria la predisposizione di una seria rete di monitoraggio della qualità dell’aria anche nei nostri territori: la salute dei cittadini non si tutela evitando di misurare l’inquinamento cui sono esposti.



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