Vittoria ai referendum: oggi è un buon giorno per l’Italia

caorsoW l’Italia che reagisce e che partecipa e che senza possibilità di equivoci dice No al nucleare e all’obbligo di privatizzare l’acqua. Si chiude definitivamente l’era del nucleare e si apre una nuova stagione per lo sviluppo del Paese. A 25 anni di distanza dalla prima consultazione sull’atomo, i cittadini hanno ribadito la loro contrarietà ad un modello energetico pericoloso, costoso e obsoleto, e permesso all’Italia di mantenere il primato No Nuke.

“Oggi è una bellissima giornata per il Paese e per tutti gli italiani – ha dichiarato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza -. Dopo aver perso due anni dietro ad una infatuazione del tutto anacronistica del governo verso un tecnologia vecchia e pericolosa, chiediamo oggi alla maggioranza di non fare altri danni e di legittimare il risultato elettorale dando il giusto spazio e gli strumenti adeguati allo sviluppo delle tecnologie moderne, sicure e pulite, che gli italiani hanno evidentemente scelto, consci fino in fondo dei vantaggi derivanti dall’essere un Paese privo di centrali sul proprio territorio”.

Nelle scorsi mesi e settimane sono state innumerevoli le iniziative di sensibilizzazione organizzate da Legambiente, assieme alle associazioni che hanno dato vita ai comitati referendari.

caorso2Il 21 maggio un serpentone di oltre due chilometri e mezzo ha collegato il centro di Caorso (PC) con gli impianti dell’ex centrale nucleare (video). A Chioggia, uno dei siti giudicati idonei ad ospitare nuovi impianti atomici, la catena umana ha colorato con le bandiere gialle del comitato quasi 4 chilometri di spiaggia.

E poi i cortei a Saluggia, nei pressi del deposito di combustibile irraggiato, di Scanzano, indicata nel 2003 come sede del deposito nazionale delle scorie, di Palma di Montechiaro (Agrigento), altro sito papabile per la nuova centrale.

E ancora, le manifestazioni a Nardò (Lecce) e alla foce del fiume Sele (Salerno), anch’essi candidati ad ospitare una centrale. L’adesione alle catene umane è stata molto buona: un serpentone complessivo di 10 chilometri per chiudere il nucleare italiano.

Dopo il dramma di Fukushima e la storica decisione del governo tedesco e di quello svizzero di abbandonare l’energia nucleare entro i prossimi anni, la costruzione di nuove centrali atomiche in Italia sarebbe stata davvero anacronistica e pericolosa.

Ora abbiamo la possibilità di scongiurare il rischio di una manovra energetica assurda e di scegliere di puntare sull’efficienza e sulle rinnovabili, sfruttando appieno il vantaggio accumulato nel nostro Paese con il referendum del 1987 che ci ha evitato di avventurarci lungo una strada pericolo, antieconomica e priva di senso.

Le foto della manifestazione di Caorso sono visibili nella galleria fotografica.



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