Quel treno per Firenze: viaggio treno più bici da Lugo sulla ferrovia faentina

firenzePochi sanno che da Lugo c’è un treno che arriva direttamente a Firenze, passando per la ferrovia faentina.

Già lo scorso anno come circolo Legambiente “A. Cederna” avevamo evidenziato l’esistenza di questo “treno fantasma”, perché non era segnalato sugli orari: a Faenza infatti cambiava codice, diventando a tutti gli effetti un altro treno, anche se i vagoni erano sempre quelli.

Poi con l’orario invernale il treno era scomparso, c’era sempre un treno al mattino da Lugo a Faenza, ma arrivava appena 5 minuti dopo che quello per Firenze era già partito. Un caso?

Da metà giugno è invece tornato il “treno fantasma”, ma probabilmente anche a cause delle nostre proteste, ora risulta anche ufficialmente. Sul tabellone orario della stazione di Lugo infatti campeggia l’indicazione: alle ore 7.03 parte dal binario 1 il treno diretto a Firenze S.M.N., perché non fare dunque un “viaggio dimostrativo” e andare a trovare il nuovo circolo Legambiente di Firenze? Abbiamo così deciso di raccontare l’escursione da Lugo a Firenze, con le biciclette al seguito, lungo la storica ferrovia faentina, accompagnando il racconto con una corposa galleria fotografica del viaggio.

lugoLa sveglia è un po’ presto, arriviamo in stazione, facciamo i biglietti e attendiamo l’arrivo del “Minuetto” diesel (la linea per Faenza e Firenze non è elettrificata), ma già qui la prima sorpresa: la linea Lavezzola-Lugo-Faenza è ormai considerata da tempo un ramo secco su cui il servizio è ridotto al luminicino. Nel corso degli anni il numero di treni è stato via via ridotto, in alcuni casi sostituiti da autobus che impiegano il doppio del tempo, con il risultato di far ulteriormente ridurre i passeggeri: se si esclude il servizio scolastico, spesso non ci sono più di 4 o 5 viaggiatori in tutto. Questa volta no. Solo in stazione a Lugo ci sono già una decina di persone che attendono il treno, altrettanti sono già saliti nelle fermate precedenti (il treno inizia il suo viaggio da Lavezzola) tra cui 2 cicloturisti con bici al seguito che come noi vanno a Firenze. Insomma, per quanto ancora praticamente sconosciuto, il collegamento con il capoluogo toscano ha già dato un piccolo contributo a rivitalizzare la linea. Saliamo a bordo, sistemiamo le bici, e in meno di un quarto d’ora siamo a Faenza, dove la storia cambia. Il collegamento tra Faenza e Firenze è una realtà consolidata da anni e si vede, il treno infatti si riempie di viaggiatori, anche stranieri.

Il viaggio è molto comodo, il minuetto diesel si arrampica agevolmente su per l’appennino, un po’ più rumoroso del suo gemello elettrico, ma un notevole balzo in avanti rispetto al livello di comfort delle motrici diesel che una volta percorrevano questa linea. Il paesaggio è mozzafiato, tra valli, paesi, viadotti di inizio ‘900: in un attimo siamo a Brisighella, poi Marradi, Ronta e poi Borgo S Lorenzo dove sale altra gente e poi giù verso San Piero a Sieve, Fiesole e la piana di Firenze.

firenze2Arriviamo a Santa Maria Novella in appena un paio d’ore, sostanzialmente lo stesso tempo che ci avremmo impiegato passando per Bologna a prendere il Frecciarossa, con alcune differenze fondamentali però: il costo, 10,55 € contro 40 o 50 (dipende dai posti disponibili e da quanto tempo prima si prenota), il paesaggio (l’alta velocità corre quasi tutta in galleria) e le biciclette, che sul Frecciarossa non si possono caricare.

All’arrivo c’è Legambiente Firenze che è venuta ad accoglierci, Lorenzo, presidente del circolo, resta stupefatto da quanta gente scenda dal treno (e anche un discreto numero di bici) e gli spieghiamo che è sempre così, che quella è la migliore dimostrazione del valore della linea e che se anzi questo servizio fosse esteso fino a Ravenna e alla Bassa Romagna, invece di interrompere le corse a Faenza, sarebbero molti di più i viaggiatori e i turisti che utilizzerebbero questo servizio, tanto che sarebbero costretti ad aumentare il numero dei treni.

Facciamo le foto di rito e addirittura Giorgio e Romano si improvvisano meccanici, aiutando una signora a rimontare le ruote di una bici appena scaricata dal treno. Poi proseguiamo a parlare con gli amici fiorentini delle problematiche del trasporto ferroviario e delle iniziative che è necessario mettere in atto per fare in modo che la mobilità sia davvero sostenibile, valorizzando tratte come questa, perché non esiste solo l’altra velocità, anzi, organizzando orari e coincidenze sarebbe possibile sfruttare la rete normale per un servizio tra città d’arte sul triangolo Ravenna-Firenze-Ferrara che abbia anche la doppia funzione di “metropolitana di superficie” per il servizio locale.

pontevecchioLa ferrovia faentina infatti è un buon esempio di come, anche grazie alla spinta delle amministrazioni del Mugello, si siano messe in campo le iniziative necessarie a far “rifiorire” la linea: un numero di treni sufficiente, il “memorario”, cioè un orario cadenzato per cui il treno passa sempre ad orari regolari, materiale rotabile più recente e comodo e così via. Sicuramente un esempio da estendere al resto della provincia di Ravenna… è proprio per questo che abbiamo deciso di fare questo viaggio dimostrativo.

Decidiamo poi di fare un giro per Firenze, Ponte Vecchio, il mercato di San Lorenzo, piazza Duomo, dove c’è una fila di 300 metri per entrare in Santa Maria del Fiore, Santa Maria Novella, poi… perché ripartire subito? Decidiamo di dare un’occhiata anche al resto del territorio, risaliamo quindi sul treno diretto a Faenza, ma facendo una tappa intermedia a Borgo San Lorenzo, dove pranziamo con una schiacciata al prosciutto e un ottimo bicchiere di chianti. In stazione a Borgo San Lorenzo, colpisce la nostra attenzione un vecchio cancello pedonale in ferro, risalente al 1934, come riporta la data stampata sul battente.

borgoslorenzoPoi via, verso casa, anche se sappiamo che il ritorno sarà un po’ più incerto dell’andata: non esiste infatti un treno diretto per tornare a Lugo. L’alternativa è attendere un’ora e mezza il “servizio sostitutivo” per Lugo, cioè un autobus dove però sarà problematico riuscire a caricare le bici, oppure passare per Castel Bolognese e da qui prendere il regionale per Ravenna. Giorgio opta per la terza via e sotto la canicola estiva inforca la bici e va a casa pedalando, noi decidiamo di attendere il regionale per Castel Bolognese. Tra l’altro consultando gli orari scopriamo che non c’è nessun treno in partenza verso Firenze prima di un’ora. Ciò significa che quello che ci ha portato fino a Faenza probabilmente se ne starà fermo fino ad allora. Si sarebbe certamente potuto impiegare meglio quel tempo, allungando la tratta almeno fino a Lugo, visto che il viaggio non richiederebbe più di un quarto d’ora! Tra l’altro finché siamo in stazione, il Minuetto continua a tenere i motori in moto, lo farà per tutto il tempo fino alla ripartenza? In quel caso, anche come consumo di carburante non sarebbe costato nulla arrivare fino a Lugo.

borgoslorenzo2Ma anche passando per Castel Bolognese, c’è qualcosa che non torna. Arriviamo infatti a destinazione in orario, ma il treno corrispondente per Ravenna è già partito da 5 minuti. 5 minuti appena, quasi si volesse far apposta per interrompere le possibili coincidenze. Ce la prendiamo comoda, in attesa del treno successivo, un’ora dopo, e ne approfittiamo per riordinare le idee dopo questo “viaggio dimostrativo”.

Certamente un bel viaggio. Con appena una ventina di euro, tra andata e ritorno abbiamo visto paesaggi stupendi, viaggiato comodamente e abbiamo potuto visitare Firenze e Borgo San Lorenzo, volendosela prendere più comoda, sarebbero poi molte altre le cose da vedere e i luoghi da visitare, tra l’altro avendo l’opportunità di caricare la bici si può fare molto altro. L’elemento inspiegabile è che un servizio di questo tipo non venga esteso stabilmente fino a Ravenna e Lugo perlomeno, o forse diventa meno inspiegabile se si pensa che sottrarrebbe un notevole bacino di traffico all’alta velocità.

Con il nostro viaggio abbiamo dimostrato la fattibilità della cosa, ora vorremmo che il “diretto per Firenze” non fosse relegato ad un unico treno al giorno (e solo fino a settembre), ma diventasse una realtà. Come dimostrano i risultati ottenuti sulla ferrovia faentina, è però soprattutto compito delle amministrazioni locali fare in modo che regioni e aziende di trasporto adeguino il servizio. Nella Bassa Romagna molti amministratori, appena eletti, parlano di sviluppo del turismo e della mobilità sostenibile, Ravenna si candida a capitale della cultura 2019, beh, cosa c’è di meglio per raggiungere questi obiettivi che potenziare davvero questo servizio?

Fonte: Legambiente A. Cederna



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